Dice, alla nostra richiesta di un primo bilancio don Roberto Gorgerino, direttore dell'Istituto Salesiano del Valentino e tra gli organizzatori della peregrinatio: Invece ho visto una grande partecipazione di tutte le eta' e di tutte le classi sociali, un clima informale, quello nel quale don Bosco ci ha avvicinato, come fanno i Santi, a Dio; mi ha commosso lo stupore dei bambini e in particolare il pianto di qualcuno alla partenza dal Valentino verso Asti, come andasse via un amico. Giornate fredde, ma limpide con tramonti da cartolina.
Ne abbiamo gustato uno un po' singolare martedi' grazie a un piccolo velivolo dell'Aero Club Palli di Casale Monferrato Piper Pa 28 I-Cavi con un bravo pilota, l'istruttore Domenico Conti, un preambolo di volo quasi notturno in attesa della illumonazione della pista di volo casalese. Decollo alle 16,35 dall'aeroporto Cappa mentre il sole tramonta, man mano che ci alziamo facciamo a gara con il "disco rosso" che a sua volta fa capolino dietro il triangolare Monviso. Cogliamo cosi' le ultime luci sulla facciata del castello di San Giorgio, Ozzano, Treville, il castello di Cereseto con le sue guglie disneyane e il parco, il Santuario di Crea con la Basilica e il colle da cui spuntano le cappelle coronate dal Paradiso, anocra due giri attorno ai castelli di Camino e di Gabiano che nulla hanno da invidiare alla Loira.
Ritorno a Casale dove si stanno accendendo le luci, sul ponte stradale si notano gli stop delle auto in coda. Due giri sulla citta', fulcro il Castello. Poi l'atterraggio agevolati dalle luci della tangenziale e di un distributore. A far bella mostra di se', nell'esposizione temporanea "Gabriele D'Annunzio aviatore" allestita a Trento fino al 30 marzo , c'e' anche lo storico aereo del casalese Natale Palli. Palli era il pilota di D'Annunzio nello storico Volo su Vienna del Col velivolo molti cimeli provenienti dal Museo di Rovereto e dalla Presidenza della Repubblica.
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Al centro di una lunga vicenda con la famiglia Caproni l'aereo e' stato ora riconosciuto di piena proprieta' casalese, tanto che il Comune di Casale Monferrato e' tra i co-organizzatori della mostra e il sindaco Giorgio Demezzi e' stato tra i relatori all'inaugurazione svoltasi sabato scorso, 16 novembre. Oggi posso dichiarare con soddisfazione che il ritorno a Casale Monferrato dello storico velivolo non e' un piu' un'ipotesi remota, ma una realta' concreta".
Il comitato interministeriale costituito per le celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiele, infatti, sta valutando l'ipotesi del restauro del prezioso cimelio storico, affinche' possa essere esposto durante le mostre che saranno allestite in Italia: Durante l'inaugurazione il sindaco Demezzi, oltre ad aver ricordato a sommi capi le vicende ultraquarantennali legate alla restituzione dell'aereo, ha voluto ricordare anche il concittadino Natale Palli: Si pensa che egli sia il primo nato d'una generazione di uomini aerea, d'una gente che abbia abbandonata la terra per insaziabile amore dell'ala e viva di coraggio nelle correnti dell'aria intrepida".
Ha ricordato anche la presenza di Casale nel circuito delle citta' dannunziane e che il locale Aero Club intitolato ai fratelli Palli aveva organizzato due remake storici del celebre Volo su Vienna di Palli e D'Annunzio. Presenti, oltre al primo cittadino monferrino, anche due esponenti del costituendo Museo Militare, Franco Cellerino e Sandro Deambrosis quest'ultimo in veste anche di vice presidente dell'Aero Club Palli , il pilota e consigliere dell'Aero Club Palli Stefano Bragato, il presidente della sezione casalese Arma areonautica Flavio D'Andria e i giornalisti e storici Luigi Angelino e Dionigi Roggero.
Alla manica lunga del Castello di Casale Monferrato l'assessore alla cultura Giuliana Bussola ha inaugurato la mostra sui quarant'anni del mercatino dell'antiquariato valletto il deux ex machina Giuseppe Balbi il Beppe. Al taglio della torta sono stati chiamati anche i past-president dei vari Ente Manifestazioni presenti in sala: In mostra poi ha lavorato un ufficio postale staccato dotato di annullo speciale che e' andato a obliterare la cartolina del quarantennale realizzata da Mauro Galfre'.
Con questo titolo, trattato da Carla Enrica Spantigati, Soprintendente emerita, si e' concluso sabato il ciclo di conversazioni culturali promosso dal Santuario mariano in occasione dell'anno eusebiano. Zaccheo con a fianco l'attuale rettore e il primo rettore Grattarola che occhieggia da una finestrella sopra l'altare della basilica al ritrovamento dell'affresco quattrocentesco Con l'istituzione dell'Ente Parco, nel , ci fu un'inversione di tendenza netta "finalmente una struttura con delle responsabilita'". Scorrono le immagini dei capitelli figurati sovrapposti del VIII e del XII secolo scoperti durante vecchi lavori per installare il riscaldamento e dell'icona della Madonna datata circa realizzata da uno scultore, forse piemontese, precedente a quella di Oropa.
Largo spazio alla vicenda della Madonna "nera" che, pur riprodotta con la carnagione chiara negli ex voto datati fino alla fine dell', suscito' vivo scalpore quando negli anni Ottanta del secolo scorso venne fatta restaurare in realta' fu semplicemente necessario ripulirla da polvere e fumo , e torno' dallo studio Nicola col suo originario colorito roseo. Al Paradiso "L'incoronazione della Vergine" e' una gruppo scultoreo di grande pregio artistico che riporta dati sulla storia, sulla moda, sui costumi e sulla musica del tempo il coro angelico e' costituito prevalentemente da strumenti a corda, giudicati piu' signorili di quelli a fiato invece ritenuti volgari per via dell'aspetto deformato che assume il viso di chi li suona , e' sempre stata oggetto di grande interesse.
Soddisfazione per il rettore monsignor Francesco Mancinelli, organizzatore del ciclo di conversazioni culturali, il quale e' tornato a sottolineare che "la cultura si genera mettendo in fitta relazione i diversi saperi facendoli confluire in un dialogo tra differenti culture e realta' che diventano cosi' patrimonio". Poi alla Sala De Gasperi-Bidault la soprintendente ha firmato il registro degli ospiti ilustri. Secondo la leggenda il presule sardo Sant'Eusebio di Vercelli, primo vescovo del Piemonte, esiliato in Cappadocia per le persecuzioni ariane, avrebbe portato in Italia tre madonne nere statue, scolpite da San Luca , tuttora venerate rispettivamente nei santuari di Oropa e di Crea, in Piemonte e nella cattedrale di Cagliari cappella di destra, la statua, in cedro del Libano e' alta 1,55 metri.
La Dioesi di Cagliari e' retta da mons. Arrigo Miglio, gia' vescovo di Ivrea. In loro onore e come segno di gemellaggio un velivolo del Palli, pilota Bragato a bordo Luigi Angelino e Dionigi Roggero , ha compiuto un volo attraverso le colline monferrine fino a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, nel ricordo dei familiari di Papa Francesco che da qui partirono per l'Argentina. Si vede - Stefano studia quota quasi parallela - un grande, lungo, cascinale che una volta doveva ospitare decine di persone in piena autonomia; sul davanti ha quello che un tempo era vigneto circolare.
Il volo ha decollato alle 10,42 anticipando di tre minuti il lancio dei paracadutisti Area Delta che da tempo han sede al Cappa, su un monomotore Pa28 bianco-arancione sigla Desgc; al ritorno con un atterraggio perfetto ha raggiunto il raccordo del Cappa alle 11,15 salutato dallo sventolio dei cappellini dei ragazzi. Proprio un attimo prima di Portacomaro il piccolo velivolo ha incrociato due jet Efa Un attimo, ma Angelino e' riuscito a fotografarli lo stesso.
Il 16 agosto inizieranno al colle don Bosco le celebrazioni per il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Si preannuncia l'arrivo di almeno cinquemilioni di pellegrini da ogni parte del mondo, il Pontefice dovrebbe essere presente domenica 24 maggio alla Festa di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo don Bosco. Logico presupporre un ritorno benefico per il Monferrato. Per tale motivo nella sala rossa di palazzo Sangiorgio si e' tenuta una riunione operativa presieduta dal capo di gabinetto Flavio D'Andria, con il presidente di Mondo Matteo Vernetti e la gradita presenza di don Egidio Deiana rettore della basilica di colle don Bosco, un complesso gia' da solo in grado di ospitare duemila pellegrini nelle due chiese e cinque mila sul piazzale.
Don Deiana svolge anche l'importante compito di organizzare gli eventi celebrativi. Dal al le Passeggiate toccano: In particolare il 10 ottobre la salita al Santuario della Madonna di Crea, celebre in tutto il Monferrato, si sa che don Bosco aveva preparato i giovani a quel pellegrinaggio narrando loro la storia del santuario e delle cappelle sparse sul Sacro Monte.
Il bisettimanale Il Monferrato ha ripercorso parte di questi itinerari in una serie di "Viaggi d'Autore" curati da Luigi Angelino e Dionigi Roggero donati al rettore salesiano. Molto propositivo il rettore Deiana: Ricorda anche le molte vocazioni e i due fratelli occimianesi don Evasio e Paolo Rabagliati, grandi missionari in Sud America". Inoltre accanto ai luoghi classici di Torino e Castelnuovo il nostro territorio e' elemento molto significativo nella vita del Santo e dei Salesiani che qui fondarono le prime case il piccolo seminario di Mirabello e il collegio di San Carlo a Borgo San Marino".
Nei programmi inoltre una mini guida che unisca religione, arte e accoglienza e una mostra su don Bosco in Monferrato l'esperto e' Julien Coggiola. Dal Comune il rettore ha raggiunto il Parco del Po per incontrare gli operatori della ricettivita'. Tantissimi i presenti, tutti molto interessati; numerosi gli spunti emersi nell'incontro per la messa a punto di un'efficace e diversificata proposta ricettiva.
Mondo punto di riferimento turistico del Monferrato per l'evento, lavorera' per la realizzazione di un'offerta del territorio, nei suoi vari aspetti culturali religiosi, organizzativi e logistici, in accordo con la realta' salesiana del Casalese. A Coniolo Monferrato al complesso IBL Industria Bonzano Legnami con il taglio del nastro effettuato alle 12 di sabato da Olga Bonzano Raimondi, affiancata dai tre figli, e' stato inaugurato lo stabilimento tra i piu' avanzati del mondo che produce il primo pannello di OSB Italiano Oriented Strand Board, cioe' pannello a scaglie orientate per cento in pioppo, che si pone dichiaratamente come alternativa agli altri OSB, di legni resinosi, propostI dai concorrenti esteri.
Un investimento di 40 milioni di euro, coraggioso in tempi di crisi. Dichiara il presidente e amministratore delegato Enrico Bonzano "Con I-Pan fortifichiamo ulteriormente il nostro credo nella cultura del pioppo e il legame della nostra storia imprenditoriale col territorio, per dare un contributo rivoluzionario al settore del legno italiano e mondiale.
Lo facciamo convinti della forza di un progetto contro l'incertezza del mercato e le difficolta' della crisi, ancora una volta innovando e investendo nel futuro. E possiamo farlo sulla scorta dei nostri valori fondanti, quelli di cui parlano gli stessi risultati avuti fino a qui e che ci hanno reso leader del mercato: Il nostro obiettivo e' espandere la nostra presenza nel settore dell'edilizia ed in nuovi comparti, restando protagonisti nello sviluppo della filiera del pioppo, perche', questo e' certo, il pioppo resta il nostro futuro".
Domenica 12 maggio alle Pietro a Roma Papa Francesco ha ricordato l'avvenuta beatificazione di Luigi Novarese, "sacerdote di Casale Monferrato che ha saputo rinnovare la pastorale degli ammalati". Parole che arrivano il giorno dopo la solenne funzione nella basilica di San Paolo fuori le Mura dove e' stato proclamato beato dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone il fondatore dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza.
Ad assistere alla celebrazione in prima fila nella enorme basilica gremita i familiari Giancarlo e Mariella Cerutti con Serena Monina e il notaio Antonio Maria Marocco. Da Ponteranica di Bergamo l'unico nipote Umberto Balbo. Tra i presenti anche sorella Aurora Menoncin, responsabile della Serniola, la Casa dei Silenziosi operai che sorge sul colle di Sant'Anna, nel luogo dove nacque Luigi Novarese oggi ospita anche un piccolo Museo,.
La festa del Beato sara' celebrata ogni anno il 20 luglio, "giorno in cui e' nato al cielo" ha detto il cardinal Bertone leggendo il documento ufficiale della Santa Sede firmato da Papa Francesco mentre a fianco dell'altare si svelava un grande ritratto di mons. Novarese in preghiera a lato il postulatore don Armando Aufiero. Grande partecipazione ancora nel pomeriggio in Santa Maria del Suffragio in via Santa Giulia dove e' sepolto mons.
Novarese, in navata destra alla prima funzione di ringraziamento celebrata dal cardinale Agostino Vallini vicario generale del Papa per Roma, e alla sera alla processione degli ammalati per le vie principali con i flambeaux. Domenica in piazza San Pietro e lunedi' nella grande basilica romana dove conil cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana e membro dei Silenziosi Operai e' stata celebrata una Messa, sempre in occasione della Beatificazione di mons. Novarese alla presenza dei familiari. Tra l'altro - ha detto il cardinale - il sacerdote casalese volle che l'esperienza degli esercizi spirituali fosse estesa a tutti i malati e per questo nel si impegno' per la costruzione della Casa Cuore Immacolato di Maria a Re, nel Novarese "parti' con 9.
Il Pontefice ha promesso che ricevera' a breve i Silenziosi Operai in visita ufficiale ancora in ricordo del Beato Novarese. Sabato 11 maggio con veglia venerdi' 10 a Roma, mons. Luigi Novarese, sacerdote casalese, fondatore dei Silenziosi operai della croce, apostolo degli ammalati, sara' dichiarato beato e per riflettere sull'importanza dell'evento, nel salone dell'oratorio di Popolo, e' stata organizzata una conferenza sulla sua opera organizzato dal parroco don Taddeo Rapala.
All'incontro, moderato da Flavio D'Andria, hanno presenziato don Janusz Malski, originario di Stettino, in Polonia, nuovo superiore moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce, l'attuale successore di mons. Novarese, poi Mauro Anselmo, giornalista, autore di una apprezzata biografia del sacerdote e Graziella Paderno, che per intercessione di mons.
Novarese ha ottenuto il miracolo ritenuto fondamentale per la causa di beatificazione. E' stato proiettato un filmato sulla vita del religioso contenente anche un' importante testimonianza di Tere Novarese Cerutti sua nipote. Don Malski ha ricordato di averlo conosciuto quando era ancora seminarista e di essere stato colpito dai suoi gesti e dalla sua capacita' di coinvolgere i giovani. Ha poi fatto un accostamento tra la sua personalita' e quella di papa Francesco I che esprime la sua preferenza per i poveri e i sofferenti dichiarando che la chiesa tornera' credibile solo quando li avra' rimessi al centro delle sue attenzioni.
Per agevolare ulteriormente la conoscenza di "questo gigante della spiritualita'" Anselmo ha evidenziato il percorso importantissimo da lui tracciato tra la spiritualita' dell'ammalato e la medicina del suo tempo. Spirito e corpo sono inseparabili. Il malato chiede di essere curato ma anche capito, amato. Novarese aveva capito l'importanza sanatoria della vita spirituale".
Infine la Paderno, ha raccontato la sua inspiegabile guarigione da una grave malattia attraverso l'intercessione di mons. Si prendono cura degli ammalati attraverso un impegno di assistenza medica e spirituale finalizzato alla promozione della persona sofferente. Ospiti e relatori del primo incontro il giornalista Luigi Angelino e lo storico Dionigi Roggero. Ai presenti e' stato offerto un vivace spaccato di sintesi in versione fotografica e redazionale, degli ultimi 40 anni di vita del Santuario. Insomma un nostalgico ed emozionante excursus per riassaporare, grazie alla memoria fotografica e redazionale raccolta da Angelino e Roggero, gli anni della storia che scrissero la stessa storia alla sommita' di quel colle che, oggi come un tempo, continua ad essere luogo di pace infinita.
Tra i presenti al primo incontro il vice presidente del consiglio regionale Ugo Cavallera che ha legato il turismo religioso al rilancio del territorio. Nel suo intervento invece, mons. Mancinelli ha illustrato le molte iniziative e date pianificate nel calendario dell'anno Eusebiano. Interessante il percorso devozionale naturalistico denominato "Sulle orme di Sant'Eusebio": Per tracciare l'itinerario, quasi un cammino di Santiago anche qui e' prevista la timbratura all'arrivo su apposita scheda prevalentemente su strade bianche, sono stati coinvolti i volontari del CAI e le associazioni cicloturistiche.
Poi altre conferenze e concerti e addirittura, grazie all'Aero Club Palli, un volo storico che unisca Crea a Oropa e a Cagliari le altre due localita' delle Madonne Nere di Sant'Eusebio. Il nuovo Papa, Francesco I, ha radici monferrine. Si tratta di Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, nato nella capitale argentina il 17 dicembre E' sudamericano ma la sua famiglia e' nata nella localita' Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione. Fu il bisnonno dell'attuale cardinale l'ultimo a vivere nella borgata monferrina prima di trasferirsi a Torino e quindi in Argentina come ferroviere dove sono nate le successive generazioni che portano il monferrinissimo cognome "Bergoglio".
Il cardinale fece visita proprio dieci anni fa alla localita' di origine della famiglia, dimostrando alto interesse verso la conoscenza delle sue personali radici e incontrando alcuni suoi cugini che ancora vivono in zona. C'e' un altro ponte Monferrato-Argentina grazie all'opera di missionari monferrini nella Diocesi di Neuquen, uno di questi don Graziano Cavalli e' parroco di Centenario e vicario generale della diocesi e in tale veste come vediamo nella foto ha officiato col futuro Papa nel monastero delle carmelitane scalze a Centenario.
Una curiosita' storica poco conosciuta il cascinale dei Bergoglio e' al ponte della Rotta: Olimpio Musso, docente universitario, ha scritto di "opere impegnative, che non lasciano indifferente il visitatore dell'importante mostra". La rassegna ha segnato anche un gemellaggio artistico Italia-Malta tant'e' che il Governo maltese ha premiato il progetto della partecipazione di dodici artisti di Malta a questa esposizione tra altre 50 domande di riconoscimento.
Una importante manifestazione di stima era gia' stata rivolta a Stemperando e alla sua organizzazione con la presenza alle inaugurazioni dell'Ambasciatore di Malta a Roma, Carmel Inguanez, del Console Onorario di Malta a Torino, Giuseppe Bilotta, della coordinatrice maltese, Angela Tabone e degli artisti stessi. Il legame tra l'Italia e Malta si esprime in vari aspetti sociali, politici, diplomatici e culturali.
In particolare, diversi giovani maltesi vengono in Italia a studiare e alcuni tra gli artisti invitati a esporre in Stemperando hanno studiato nelle Accademie d'arte italiane. Anche a prescindere dal percorso di studi, nell'esposizione si evidenzia l'affinita' culturale tra tutti gli artisti presenti, i quali, pur esprimendosi con linguaggi fondamentalmente personali, mostrano una comunita' di intenti nel progresso delle ricerche estetiche. I dodici artisti maltesi presenti sono: Importante riconoscimento per Giulio Castagnoli, compositore di livello internazionale, casalese d'adozione abita in un palazzo storico nel centro di Casale con la mogie Erika Patrucco, violoncellista e il giovane figlio Carlo che porta il nome del nonno, grande fisico.
Castagnoli e' stato a invitato a Boston per assistere a un concerto venerdi' 8 febbraio che fa parte della stagione "Sound Icon" della Boston Sinfonietta. Nel suo ambito si terra' la prima americana di "Cloches en noir et blanc", un lavoro di Castagnoli per piccola orchestra che fu commissionato da Radio France per il festival 'Presence 92' di Parigi.
Questa composizione e' stata piu' volte ripresa nel corso di questi vent'anni da numerosi festival e parecchi gruppi di esecutori italiani, francesi e tedeschi. L'ultima esecuzione italiana fu a Bologna nel Il lavoro e' inciso dal Divertimento Ensemble di Milano in un disco monografico edito da Stradivarius nel A Boston Castagnoli e' stato invitato, oltre che per assistere al concerto, anche per tenere un seminario sulla sua musica presso la prestigiosa TUFTS University.
La Boston Sinfonietta nasce nel , una orchestra da camera costituita da membri della Boston Symphony. Fra i suoi lavori recenti vi e' un concerto per violoncello e orchestra, commissionato da Luciano Berio per la stagione di Santa Cecilia a Roma, Madrigale Guerriero e Amoroso per il Melbourne Festival, composto per strumenti tradizionali cinesi e gruppo madrigalistico, l'opera Un Dragone in Gabbia su testi di Ezra Pound, andata in scena al Piccolo Regio di Torino, Canti Pisani, commissionato dalla Radio del Saarland nel La sua poetica e' incentrata su un'idea del suono come fascinazione, alla ricerca di voci archetipiche che emergono dai fondali delle diverse civilta' musicali.
Le sue composizioni piu' recenti mostrano chiare influenze provenienti dalla musica orientale e indiana: Ritorna per violoncello; Altre stelle, , per chitarra con corde di metallo, flauto in sol, vibrafono e pakhawaj o tabla, o darabuqqa in re e tom tom. Personalmente siamo legati ne fummo praticamente i committenti con il compianto vescovo mons. Zaccheo alla Missa Sancti Evasii, per coro ed orchestra di strumenti barocchi testi: Castagnoli e' anche il direttore del Casale Coro.
Gabriele d'Annunzio, il "Vate" e il suo pilota, il capitano aviatore Natale Palli, casalese. Rimarra' aperta fino al 24 marzo. L'esposizione si apre con i volantini lanciati dal poeta nel famoso 'Volo su Vienna' dell'agosto e quelli di Fly Story nei due remake cui ha partecipato l'Ac Palli di Casale. I documenti in mostra sottolineano gli anniversari che hanno tenuto vivo il ricordo dei voli storici: Poi una bella rassegna stampa, dal ai giornali dei nostri giorni tra cui brilla Il Monferrato , ci fa capire come vengono percepiti gli eventi nei vari periodi.
Toccando varie citta' dannunziane, la mostra si amplia con nuove immagini filmati e documenti grazie allo studio dei voli e ai remake di cui Fly Story si rende protagonista. Un notevole ampliamento, ad esempio, rispetto alla mostra vista lo scorso anno al castello di Casale che si fermava al volo su Budapest. Bisogna aggiungere il remake di quello avvenuto a Montichiari nel e remake del volo su Pola dove nasce il grido "Eja, eja, eja!
Non qui, ma laggiu', su Pola romana, consacreremo il grido della nuova forza d' Italia, ciascun equipaggio - prima di virare per la rotta del ritorno - si levera' in piedi, compreso il pilota di destra, e lancera' il grido In esposizione il documento originale della rotta scritta dal Poeta e seguita dai piloti pescaresi e casalesi. Nella mostra anche l'ultimo volo di Fly Story decollato nel Casale-Taliedo Bresso -Piacenza-Forte dei Marmi-Massaciuccoli-Pisa e atterraggio a Lucca ; la rotta era tratta dagli scritti di Gabriele d'Annunzio in 'Forse che si' forse che no' e i piloti indossavano magleitat ad hoc Una rotta appunto letteraria, i cui documenti oggi sono gia' molto ricercati.
Infine si espone a Lanciano un documento mai presentato fino ad ora, recuperato solo poche settimane fa da Fly Story. Si tratta di un taccuino di volo del Poeta che descrive le comunicazioni in tempo reale fra lui e il pilota. Mercoledi' 9 gennaio con larga partecipazione si sono svolti a Casale Monferrato i funerali di Teresio Malpassuto, insegnante elementare, scrittore ed editore casalese. Era nato a Murisengo il 6 ottobre Abitava a Casale in via Celoria. Malpassuto era noto per le approfondite ricerche d'archivio nei piu' diversi settori della cultura: Da segnalare i volumi sul poeta Piero Ravasenga "L'avucat dal Burg" , seguito tre anni dopo da "Portrait d'un pauvre homme".
Fondamentale resta per la conoscenza di poesie, busina' e canti dialettali del Monferrato Casalese l'antologia "Spirit Munfrin", da lui curata con Elio Botto e Giorgio Milani, pubblicata dal Comune di Casale nel Per dodici anni ha ricoperto la carica di presidente del Gruppo Archeologico Casalese "Luigi Canina". Malpassuto e' stato altresi' un appassionato socio fondatore della Associazione Il Cemento nella primavera del e successivamente viicepresidente dal 14 novembre al 5 novembre Ha diretto anche la collana letteraria "La Fenice" con opere di poeti e scrittori casalesi e monferrini con l'edizione ad esempio del volume di "Puesi'j" di don Ermenegildo Gonella di Zanco, "Piemonte nel cuore e nella memoria" di Luigina ed Elsa Zai e la seconda edizione di "Sounett mounfrinn" e di "Quadrett e Tipi Monfrinn" di Cesare Vincobrio.
Si sono svolti a Torino, alla presenza di ben cinquemila persone, i funerali di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina, senatrice a vita. Cosi' nel suo intervento ufficiale Claudia De Benedetti: Sei stata per me una dugma' ishit - esempio personale. Ti ho conosciuta quando ero piccola: Dicevi, con il linguaggio chiaro e asciutto che la scienza ti ha insegnato e con la grande modestia sabauda che ti contraddistingue, che aiutare gli altri era il tuo obbiettivo primario, che volevi far sentire il tuo infaticabile impegno di scienziata ebrea, a voce alta, in un mondo in cui troppi erano i silenzi.
Mi raccontavi di come, in anni bui, avevi imposto la tua identita', giorno dopo giorno, ad allievi e colleghi spesso ostili La De Benedetti, che e' membro della Comunita' abraica casalese, ha parlato come rappresentante del Congresso europeo ebraico. Ricorda poi con noi: Ma con Casale c'e' un altro grosso legame: A palazzo Sangiorgio l'insignita aveva anche ricordato gli anni bui delle persecuzioni razziali, anni in cui aveva trovato rifugio proprio a Casale, presso una cognata. Per l'occasione ricevette inoltre dall'allora direttore del bisettimanale Il Monferrato Mario Verda pubblicazioni sul casalese.
Si era poi trasferita a palazzo Treville per una conferenza sulla genetica organizzata dal Soroptimist presieduto da Olga Bonzano. Aveva anche compiuto una visita alla Sinagoga ricevuta dal dottor Giorgio Ottolenghi e dal direttore del Museo Giulio Bourbon. Anche Lorenzo Garlando, con la moglie Maria Rosa Bifalchi di Bozzole, ha portato un pensiero commosso davanti alla tomba del nonno materno Lorenzo Rota di Rivalba di Valmacca, caduto ventenne nel ma Fanteria.
Lasciato Redipuglia, tappa alle grotte di Postumia con un affascinante percorso iniziale in trenino, tipo Indiana Jones, veramente uniche. Infine l'arrivo a Lubiana, capitale della Slovenia: Abbiamo un interprete privato, il nostro fotografo Igor Furlan. Lubiana ha un centro storico ordinato con monumenti barocchi e case Art Nouveau da studiare, per noi che abbiamo la fortuna di avere il Po, la valorizzazione del fiume Ljubljanica formato dalle acque di nove sorgenti carsiche provenienti dal fiume Pivka, quello che ha creato le grotte di Postumia. Molto approfondita la visita alla cattedrale di San Nicola, fotografiamo le lapide romane per la collezione del prof.
Poi imbarco sulla Costa Classica: Troviamo anche un gruppo di studenti di Rapallo guidati da una insegnante casalese, la prof. Sbarco domenica ad Ancona, top l'escursione a Loreto con visita della citta' e al famoso Santuario. La guida e' una spagnola che sa tutto, nome proprio Carita'. Lunedi' da Dubrovnik molti casalesi hanno affrontato l'escursione a Medjugorie, uno dei luoghi di pellegrinaggio piu' conosciuti dal mondo cattolico. Due le guide Gloria Ljepava e Marco Kordic.
L'autista si chiama Blacengo, uguale a Blagio. Poi il giorno successivo a Corfu': La guida Maria e' brava anche nellla storia e nell'economia dell'isola ha una laurea in paleontologia. Poi la capitale con la chiesa di San Spiridione. Vi si venerano le reliuqie di San Spiridione di Trimithonte vescovo di Trimythous Tremitonte sull'isola di Cipro , patrono di Corfu' e noi aggiungiamo, per l'amico Cravino, anche di Frassinello Monferrato.
Mercoledi' 24 a Cefalonia con omaggio al Monumento ai Caduti della Divisione Acqui eccidio di Cefalonia del , molti i caduti monferrini, li ricordiamo simbolicamente guidati dal luese generale Luigi Edoardo Gherzi, medaglia d'oro , e con una visita a Myrtos, a lungo considerata una delle tre spiagge piu' belle al mondo, al villaggio di Asso e al lago sotterraneo di Melissani.
Venerdi' 26 le ultime escursioni a Spalato due ore di visita al Palazzo di Diocleziano e a Trogir una piccola Venezia. Ottima la guida Zelika Milosevic. Alla sera il ricevimento con il comandante della Costa Classica, Severino Palomba. Per tutti la torta al cioccolato con il logo Il Monferrato. Sabato sbarco e a Trieste dove si ammira il castello di Miramare inquietante.
Poi il ritorno a Casale con tappa a Soave per il dono dei piatti d'autore by Laura Rossi. Infine c'e' da sottolineare l'efficienza e la cortesia dello staff Stat: Fino al 12 novembre e' visitabile la settima edizione de 'La Leggerezza della Scultura', la mostra allestita presso il Parco dell'Arte di Garmontano di Cerrina e' curata da Gianfranco Schialvino e promossa dall'Istituto d'Arte Contemporanea Inac. Si ammirano dodici opere di altrettanti scultori piemontesi. Nuvole basse e pioggia hanno fatto da scenario all'inaugurazione unite all'ambientazione naturale del Parco nel cuore della Valle Cerrina, sotto il Sacro Monte di Crea.
Presenti all'inaugurazione anche il vice presidente della giunta regionale Ugo Cavallera ed il sindaco di Murisengo Gianni Baroero. La gestione della radioassistenza e' stata messa in atto con l'aiuto di Mauro Brunetti noto come il "trasvolatore" al suo attivo un volo Casale-Goose Bay-Milwaukee-Oshkosh. L'iniziativa e' frutto di un accordo tra lo stesso Aero Club e la prestigiosa scuola milanese, rappresentata a Casale dal preside Michele Germanetto e dall'insegnante Gaia Bonserio.
La convenzione firmata per il Palli dal presidente Gian Carlo Panelli e' propedeutica all'attestato di volo alla licenza di pilota privato. L'ambasciatore Ludovico Ortona e' stato l'ospite del Rotary Club di Casale presentato dal presidente del Rotary Emanuele Giachino, che ne ha brevemente delineato il prestigioso curriculum, svelando anche un particolare curioso, proprio quarant'anni prima il padre, Egidio Ortona, casalese, storico ambasciatore d'Italia negli Stati Uniti, era relatore d'eccezione al Rotary Club di Casale Monferrato dove tracciava "con l'abituale lucidita' - come scriveva il giovane giornalista Luigi Angelino - la storia della politica americana negli ultimi vent'anni".
Ludovico Ortona ha ringraziato per l'invito negli splendidi saloni della Filarmonica, dove si sono conosciuti i suoi genitori. Con ricchezza di particolari e con gustosi aneddoti si e' soffermato sugli incarichi ricoperti in Iran, Portogallo e Francia senza contare il settennato di Capo Ufficio Stampa alla Presidenza della Repubblica con Francesco Cossiga. Una parentesi molto stimolante al fianco dell'uomo politico sardo, inguaribile testardo ma intelligentissimo e di grande coraggio. Ludovico Ortona dal e' presidente della Societa' per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo Arcus S.
A e da poco alla guida dell'Associazione Parchi e Giardini d'Italia.
Full text of "Il Nuovi goliardi"
Terzo appuntamento di PianoEchos il bel ciclo diretto da Sergio Marchegiani nel verde: Un crescendo, anche di difficolta', apprezzato dal folto pubblico. Due bis in finale: Tra il pubblico il Premio Nobel Gunter Blobel accompagnato dalla moglie Laura Maioglio in prima fila con il sindaco , fubinese, ristoratrice il famoso Barbetta in New York. Casale era un insediamento romano e si chiamava Vardacate. Se ne ha quasi la certezza dopo l'ultimo importante ritrovamento, sono in corso scavi archeologici, in un'area all'interno della centrale via Roma, quella dell'ex cinema Moderno.
Siamo nel cuore della citta'. Qui sta venendo alla luce una Domus, una grande casa romana, lo provano il sedime in pietre fluviali, pozzo compreso, e parecchi frammenti di anfore e utensili. Dalla Sovrintendenza archeologica l'esame dei funzionari territoriali Marika Venturino e Alberto Crosetto e una importante affermazione. Elementi suffragati ricordiamo dai primi ritrovamenti a palazzo Misericordia in via Lanza, seguiti poi in piazza Mazzini, in via Paleologi e nei recentissimi scavi per le isole ecologiche.
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Le vie che guidano in vetta al monte ove fra i lauri ed i mirti posano i padiglioni dell'arte sono varie: Noi batteremo le mani a coloro che calcheranno quelle orme franchi ed animosi, e quando li vedremo stanchi e sconfortati additeremo loro in vetta al colle le forme divine dell'arte antica e moderna: La politica medita- zione, aggiunge il Reina,.
Per le donne si era ordinato che venissero coperte, nel giorno dell' esecuzione della loro sentenza, di una veste che lasciasse sgombrato il collo e gli omeri, onde non impedisse al ferro micidiale di fare il suo effetto. Ma se appunto con questo abito i petto rimane nascosto! Ella mi fa ridere colla sua poetica paura: Coss'al faa sur Abbaa! Gbl se sarav creduda D'ess a tort d'on amis reconvegnuda. Donca da quel, che fa trema per fina I Letterati, e 1 Grandi in eoo dal Mond, Ho da sentlmm a di, mi poverina, Che la moda d'adess la se confond Col fa de quella razza malandrina Che r infamia gha scritta in su la front!
Mi no capissi minga in veritaa Come se possa faa questa fonzlon Su on coli che da cave! El me l'ba fada lu! E sora a tutt quand cominciee a parla No ve fermee un moment ma toccbee via, E disigh pur che sii la mia Donzella ; E ve preghi, menee ben la tapella. Che nun ghemm de provagh cont i disegn Che quell che Tha inventaa gha de Tingegn.
E so poeu noi le cred no me n'importa. E in metafora peu se dis: Prima de criticann infceud besogna. Bella influenza verament se veed Ch'han avuu flnadess j anacoretta, E per quell che se sent e che se vecd I Mitrj i Papallann e la Baretta La Cerega, la Barba e tutt fa veed Che no ghe voeur che on matt o che un Poetta. Per no di on omm dabben, s'el gha la tonega: E ben Tognina cossa ve ne par La me se volta a mi , ve paar ohe quest Possa basta per di: Staravem ben nun Donn se tucc i pett Avessen de paga dazi al Dottor!
Che se guarden da prima i so defett! Prima de tutt che se coregen lor. Donca voo subet, se me la permett Che me premm de Lustrissima Ponor; - Fee vu Tognina, andegh in pe'de mi - E mi gh'ho responduu: Mi poeu del me ghe tacchi on argoment Che preghi de no piali in mala part.
E disi, in grazia, Insci per on moment, Ch'el me perdonna se no sont de Part, Che femmena no sa nient de nient. Ma ghe Phaal colla stoffa o cont el sarfc? Ghe ven mali el se fa smorti El tremmai el muda cerai Ah Phoo capii El gh'ha rimors. El sa, nee, che Pha tort Togna tasiii — Ma no! El, el reverissi, nee. Architio civic9 iiotico di S.
E voi, se ancora uno se ne trova, che malignate contro le glorio. Imparate, e rimanete nella vergogna, e neUa confusione. Nel Protocolle del ComiUto ili s'incontra parecchie volte il nome del Parini: II Serbellonl presenta la proposta della grande festa da ballo gratuita da darsi nel Teatro Grande.
Di lui rimane appunto questa lettera, indirizzata al Ministro degl' Interni: Cittadino Ministro Ho ricevuto le carte, che dal Direttorio Es. Vorrei in persona dirvi quanto vi scrivo: Approvata a pieni voti. Car fio foro i Archivio di Siati. S Cicerone disse che le poesie di Anacreonte eran tutte amatorie. Anzi Ermeniasatte di Colofone li porta adirittura in su la scena e li fa parlare tra loro. Ma permettetemi che prima di venire a lui, passi frettoloso in rassegna alcune stranezze dello scorso secolo, e alcuni di quelli che T hanno preceduto: Le stranezze nel tradurre Anacreonte oramai usiamo anche noi questo nome, tanto per capirci , accadono per il casto amore della Santa Morale e della Santissima Religione Cristiana: Pharetratuli, procaces, Multumque fabulosi Ergo valete amores: Ilarione vicino a morte: Over del fuoco interno Rintuzzi i morsi ardenti Con le spine pungenti.
Del resto in mezzo a tanta depravazione di buon senso e di prusto ho potuto rintratciare una perla, sebbene di acqua non del tutto pura. Cum serrulam paterna Divinus officina Traheret puer, tenellam Pupugit piinuta cuspis Gtttta rubente dextram Tinxltque. Rigare quam perenni Videret ora fletu Cum parvulus — quid autcm Commovit una tantum Te gutta, mater? Ha un'ode al suo santo patrono, al Presepio di Betlemme: Anacreonte ha un' ode per un amorino di cera? Anacreonte ha dei versi sulla cicala? Da una finestra Con voce destra Lieto diceva E ripeteva: Chi t'ha insegnato Nome beato Canzon si piaf — Maria, Maria.
Saper vorrei Da chi a lei Prima fu detto Quel benedetto Nome si bello. E questi come, E da cbi '1 nome In cielo udio? Dopo Maria La sposa pia Altri lo seppe? Ora m'arreco Di cantar teco In bella gara Canzon si rara, Nome divino: Dolore di gotta Cbe bruccia e mi scotta Goll'oro non smorza L'ardente sua forza.
Vien la gola, e per orrore Del digiun, eli' ornai sen viene, Vuol ch'io passi in laute cene Con Lieo gioconde l'ore. DaU' ebbrezza io vo' ritrarmi, Su fedeli, all'armi, all'armi. Dopo costoro, vengono altre teste bizzarre che, pur traducendo tal e quale Anacreonte senza sottintesi, tuttavia sul bel principio stampano tanto di protesta di odor cattolico.
E la sua traduzione, sebbene spesso infiorata e stemperata, pure ci conserva non poco della grazia anacreontea, e mi basti questo saggio p. Misto alle rose il giglio Mira nelle ghirlande Quanta vaghezza spande Col puro suo candor. Nel Jacopo d' Oria 2 pubblica le sue traduzioni. Carmina a Joanne M. Come lo ha tradotto?
Se noi confrontiamo una per una le Odi italiane con. Ma queste sono parole: S Maffei — edizione citata. Deluso Schernito, confuso, Nel vedovo letto Mi trovo soletto Col sogno nel cor. E il greco dice: Nell'ode L'oro impotente p. B quando alla mia soglia Venisse al fin la morte, Le parlerei cosi: Prendi quant' oro hai voglia, Ma vanne. Ad altre porte Batta il tuo pie, non qui. E la turba ognor crescente Cosi preme intomo al core Che capirla ornai non sa. Ma anche qui non siamo alla perfezione: Ma tolte queste mende, ci sono delle odi molto belle e valga per tutte questa che riporto, molto breve: Cosi l'ha intitolata l'autore, e cosi l'accetto anch'io, sebbene proprio mi nasca un dubbio sopra quel che voglia dire.
Questo, secondo me, ha rovinato il lavoro del Michelangeli, che per molti rispetti sta innanzi a quello del Maffei. Le poesie che ci sono pervenute sotto il nome del vecchio di Teo, tutte improntate di mollezza ionia, con quella lingua quasi vicina al parlar volgare, con quella struttura di ritmi cadenzata, monotona, sentitissima, si che leggendo quei verii, si scandono i I iedi ; quelle poesie che contengono un pensieruccio mingherlino e gentile, cosuccie tutte profumate, non possono essere ridotte in italiano che col lenocinlo della rima: E tale bisogno T hanno sentito anche quelli che avean orec- chi duri si da non rilevare tutto Terrore dei loro versi, E Vincenzo Carissoli nella prefazioncella che premette alla sua traduzione ci dice: E anche il Maffei nella lettera al Le Mounier che premette al suo volume si esprime cosi: E sain, eh' iera quello f Mo Amor, quel mal osello!
Gli antichi non conoscevano gli entusiasmi del lavoro e ne di- sprezzavano le glorie e le gioie. Guadagnerai il panS col sudore della fronte. Toccava al mondo moderno a smentire i sogni dei teologi e le utopie dei filosofi. Le turbe riverenti si prostrano a lui e lo ricono- scono per capo del grande movimento; e in lui consacrano l'apo- teosi del lavoro. Ci avevano ricantato su tutti i toni che noi eravamo tributari all'estero in tutte le industrie e che la concorrenza degli italiani ai francesi ed agli inglesi non era che un sogno, si che si era finito per rassegnarvisi come a uno di quei fatti incomodi, dolorosi, fa- tali, che pesano sulla vita cosi degli individui come dei popoli.
L'Esposizione Nazionale del Ella scherzosamente prima si rifiuta, ma poi cede alle dolci lusin- ghe, e, nella selva, fra i cipressi che mormorano, formato un letto furtivo sull'erba molle, celebrano il matrimonio della natura, DAFNI-CORE. Satirel, non vantarti; si dice che i baci son vani.
Io mi lavo la bocca, cosi disprezzo il tuo bacio. Ti lavi la bocca? Concedi, che io ti baci di nuovo. L'uva diventa passa e la rosa anche secca non muore. Qui, sotto gli oleastri, vieni; ti debbo parlare. Non voglio; mi gabbasti, pocanzi, con dolci parole. Vieni qui, sotto gli olmi; ti faccio sentir la sampogna. Lascia questo pensiero; un suono che attrista, mi noia. Con Venere a la larga; Diana soltanto mi arrida. Taci, che non ti colga; cadresti in un laccio intrigato.
Non mi metter le mani addosso; ti strappo le labbra. Non fuggi amor; nessuna fanciulla fin or Tha fuggito. Io lo fuggo, per Pane; e tu sempre il giogo ne porti. Molti mi fan la corte, a me non piace nessuno. Uno dei molti anche io, amante, qui vengo a cercarti. Amico, le nozze son piene d'affanni. Dicono che le donne paventano i loro mariti. Anzi comandan sempre; di chi si paventan le donne? Temo i dolor del parto, lo strale crudel di Lucina.
Elenco per TITOLO dei volumi di Letteratura
Ma ieiuo di far figli e guasto la bella persona. Saran tua nuova luce i figli, se buoni li avrai. E qual dono mi porti, degno di nozze, se accetto? Tutto l'armento, tutta la selva ed il pascolo avrai. Giura, che, dopo moglie, non parti, lasciandomi afflitta. E mi prepari il letto; prepari la casa, e l'ovile? Preparo il letto; intanto ve' che bei greggi conduco. E al padre vecchio, come, come gli debbo parlare? Dimmi questo tuo nome; sovente anco il nome piace. Mostrami la tua selva, dove ponesti la stalla.
Qui, vedi come sono alti i miei molli cipressi. Ben pascetevi, o buoi; io mostro alla tosa la selva. Queste tue poma acerbe io voglio, anzitutto, provare. Tremo de lo spavento, per Pane: Mi gitti nel sentiero; m'imbratti la veste pulita. Eccoti, sotto il peplo, distendo la molle pelliccia. Ferma, cattivo; sento rumore, qualcuno qui giunge. Susurrano fra loro de le tue nozze i cipressi. Un cencio mi hai fatto la veste; io sono nuda, vedi. Oh potessi versarti intera quest'anima mia! Sacrifico un giovenco ad Amore ed a Venera un bue.
CORE Qui son venuta vergine, e torno a casa donna. Cosi dicean fra loro, le floride membra intrecciando. Sorse un furtivo letto di nozze. Di' dunque, maledetto, fin quando la vuol du- rare questa bella musica? Finsi di non ascoltarlo e seguitai: Buttai la penna sul libro, afferrai la lucerna con una mano e un bastone coiraltra, aprii Tuscio, discesi le due sca- lette, che mettevano al bugigattolo d'Angiolino, pronto a farne uno scempio. Angiolino, per quanto io ne sapessi de' fatti suoi, era il figlio della portinaia, un babbeo di diciott' anni , alto come una pertica, coi capelli rossi e rasi all'osso, con due orecchie, che si raggiun- gevano airinflnito, e con due bellissimi occhietti di madreperla.
Tirava una sega presso un falegname , e quando la saga era calda, lui e la sega facevano una cosa sola, sempre in movimento come una macchina. Picchio nei vetri , mi faccio aprire e con un Viso di serpente velenoso, gli dico: Vuoi ch'io ti picchi questo bastone sulla zucca, coccodrillo? Angiolino non era lontano dal somigliare a una giraffa, e quando dondolava sulle gambe cogli occhi perduti nell'aria, agitando il collo con sopra la sua testolina rossiccia, ricordava quella brutta bestia sgangherata, che va rosicchiando le piante.
Sono andato a trovarla che era quasi sera, era quasi sera. Non pareva neanche che stesse male, quando si mette a gridare: Io muoio, io muoio, io muoio. Mi cacciai pieno di dispetto sotto le coltri e spensi il lume. Angiolino stava nel mezzo con in mano una scopa: Quando apersi gli occhi , il sole un bel sole di gennaio entrava nella finestra insieme al bagliore argenteo della neve caduta nel giardino.
I passeri tremanti ed affamati venivano a cinguettare sul davanzale: Vidi anche Angiolino che dava l'ultima mano di verde alla croce, piantata diritta in un mucchio di neve. Angiolino vestiva della festa, con un cappellino di paglia in testa, che metteva fresco a vederlo. E mio cugino, a cui non dispiace il vino, rispose: Digitized by Google TOC, toc! Chiusi la finestra, e sedutomi allo scrittoio scrissi , con una penna nuova: Son passati tre mesi da quel giorno.
Son tornate le mammole e le rondini; le piante dei peschi biancheggiano nel giardino; la primavera adorna i campi, i cimi- teri e le povere croci di legno. Una grande tristezza invece, come nebbia di novembre, ingombra ogni mio sentimento: Angiolino zufola, e zufola con lui il merlo rinchiuso nella gabbia fuori del suo bugigattolo. Donde viene a costoro questa allegria? Ieri ho chiamato il medico e gli dissi: Non gli sembro malato, dottore? Ua po' tardi, Lettori miei, vi parlo d'un'opera attesa da lunghi anni, clie al suo comparire nel mondo letterario e storico ha fatto tanto ramore.
Se il Villari non avesse fatto dei tempi quel conto che far doveva , il suo lavoro perderebbe molto del pregio, che ha realmente. Se noi diamo un'occhiata alla Cronaca dei tre Villani ed alle Istorie Fiorentine del Machiavelli, avvertiamo subito una gran differenza nel modo di esporre, collegare e scegliere i fatti. Raccolti 1 materiali e meditatili, all'autore s'affacciavano due strade diverse per raggiungere il suo intento. Vi dolete forse dei numerosi particolari che vi porge su Lorenzo Valla, Filelt'o, Flavio Biondo, Bruni e sugli altri princi- pali umanisti?
Vi paiono forse troppi gli esempi e i ragionamenti sui vari Stati d'Italia e sul cambiamento e sulla trasformazione delie idee? Io vi con- siglio a toglierne una parte per vedere se il rimanente riesca un tutto omo- geneo. Veniamo ora alla seconda accusa. L'autore, parlato del Rinascimento in generale, dimostrato come ogni cosa in esso si trasformasse: La satira del poeta fer- rarese perde 11 carattere virulento dell' impetuoso Ohibellino. Nel Machiavelli troviamo il letterato , il politico, l' uomo: E qui mi sembra opportuno riferirvi un passo dell'opera di cui ci occupiamo.
A pagina , ragionando del primo Becenndfe, TAutore cosi si esprime: Ora che ho letto e digerito il volume II ve ne parlerei e vedremmo se que- st'esame dei tempi continui; ma per ora fo punto, se no il Direttore finisce col gridarmi che usurpo lo spazio serbato ad altri.
Il dottissimo Pio Maina con la sua monografia sul dialetto milanese ha voluto ancora una volta sconfessare un' asserzione un po' avventata del professore D'Ovidio. Giovanni Verga cresciuto in un paese vulcanico, sotto il sole della Sicilia, avvezzo alle bellezze naturali di Napoli, non trova nei dintorni di Milano che una nota sola, triste, monotona, uggiosa.
Roberta Sacchetti, rapito agli amici e alle lettere nello scorso inverno, scrisse della Vita Letteraria con un brio e una spigliatezza tutta sua. Neera parla delle donne: Quanto lusso di erudizione di terza e quarta mano! Fantasie marine di Giovanni Marhadi. Del contenuto di queste Fantasie discorreremo in un proprio articolo: Il signor Giovanni Rizzi non ha ancor mostrato di poter mal capire che intenda il Carducci con quel verso e mezzo. Non sappiamo punto cbe il Marradi aspiri a insegnamento di tal fatta Se mai vi aspirasse, creda a noi: Ascolti il Marradi il nostro consiglio, imiti un signor Masi qualunque: Ma queste son pecche da poco e facilmente correggibili.
Liriche moderne, raccolte da Raffaello Barbiera — Milano — G. La critica avrebbe tenuto calcolo di questo lungo lavoro e avrebbe compatito gli strafalcioni prosodiaci che regala al poeti, la disposizione cerveUotica, le ommlssionl meravigliose — Tra Taltre ci viene a dire: I Non istette pago, dico, alla raccolta, e le volle premettere uno studio dello stesso sulla lirica italiana moderna. Milano, - Tip. Zeno, 9 oppure alla Camera. Milano, Via Dogana, N.
Libri mandati ai Nuovi Goliardi: Marradl — Fantasie Marine. Digitized by Google l 'V. Il Capraio o Amarilli. Intorno a una variante Dantesca. Ci hanno promesso la loro collaborazione: I Redattori del Con- vegno giornale di scienze e lettere eh' ebbe in Milano vita breve ma non oscura, e Carlo. Studio critico - biografico. La prosa e la poesia greca dopo Alessandro il grande. La poesia era in condizioni peggiori. Apollonio Rodio Airoxx o'vio? Fioriscono, si, gli studii flblogici, l'erudizione storica, la rettorica e la fllosofla, ma di artistico, davvero, non troviamo che poco.
Un bel giorno- sa d'essere tradita; invasa dal fuoco della gelosia, as- sale r ingrato amante con filtri amatori; alla luna narra la storia in- felice del suo amore, e spera di vederlo aggirarsi intorno alla sua porta, per castigo di Venere, come la ruota di bronzo che le serve alla magia 4.
Noi non conosciamo tutti i casi della vita di Teocrito, ed anco i pochi che possiamo raccogliere da' suoi scritti, sono stati e sono argomento di discussione fra gli eruditi. Secondo un epigramma 3 che leggesi nella raccolta attri- buita a lui, ebbe per padre Praxagora e per madre Filina. Fu feroce , ardito, immane. Ebbe qualche atto generoso, e si trovano di lui questi versi: Bea ego qui sum Sicaniae, figiUo sum genitore satus.
Fortunam reverenter hahe quicumque repente Dives ab exili progrediere loco. I , nel quale si tratta dei Poeti Bucolici, e dell'origine e progresso della poesia nell'isola di Sicilia. In Napoli, nella Stamperia di Sebastiano di Aleccl, , con licenza dei superiori. De scriptoribtM qvi olamerunt a Platone uaque ad tempora naU Christi, ecc.
Hamburgl sumptu Cbristianl Llebezelt Doctore Antonio Mongitore, Pauorml, I, Vili della Collezione. Di questo riporto 1 seguenti passi: E con questi studi, mentre educava il cuore, esercitavasi anco Bella critica. Si crede per due motivi: Egli ama ardentemente, fino al delirio. Quando ti sono vicino forse ti appaio camuso? C,potreb- besi arguire che egli vi fosse andato due anni dopo V assunzione al trono di Tolomeo e dopo la morte di Agatocle. Non fuori d'uso inutile , nella ricca casa, l' oro come la ric- chezza delle laboriose formiche sempre giace.
Lo vediamo tor- nare in Siracusa e neir Inno alle Grazie xavitex h iepon idil- lio XVII, cantare V impresa a cui s'accingeva Gerone, armato simile ai primi eroi, irpoiifots Toos m'oosaui , con V elmo fasciato dei crini di cavallo 1. Forse i capelli grigi non gli fecero metter senno; lo perseguitarono nuovi amori infelici; o cadde in disgrazia del Filadelfo? Tornato a Siracusa , pare che vi menasse una vita tutt' altro che lieta. Con le mani in mano, ciascuno guarda donde possici trarre argento, e non darebbe agli altri neppure la ruggine detersa.
Io debbo pensare a me, dice ciascuno; gli Dei facciano onori ai poeti. Un giorno ebbe una speranza. Qui si lamenta deir animo mutato della giovinetta, e con doni, con promesse, con minacce, cerca di risuscitarle il perduto amore. Per un fausto augurio, spera che Amarilli gli si faccia vicino, e lo ami, e modula un canto soavissimo, nel quale ricorda tutti gli antichi e famosi amanti favoriti dalla fortuna.
Io vado da Amarilli; fra tanto per l'erta del monte le mie capre si pascono, e le conduce Titiro. Titiro diletto, tu guidale ai paschi le capre, e menale ala fonte, tu, Titiro, e segui con l'occhio quel capron non castrato di Libia; potrebbe cozzarti. Quando ti son vicino, t'appaio, o mia ninfa, camuso? Farai che a la fine mi strozzi. Ma guarda il mio dolore crudele. L'avevo capito pocanzi, che pensando se mi ami, schiacciai sul molle gomito la foglia di papavero, ma non fece la botta e invano rimase appassita. Intanto una candida capra, madre di due capretti, ti serbo: Mi salta l'occhio destro.
Poggiato a questo pino, le canto. Atalanta lo vide, perse i lumi, e s'intese da fervido amore agitata. Melampo, V indovino, anch' egli condusse V armento da Otri aPllo, e si giacque di poi ne le braccia di Bianta, Pero, d'Alfesibea prudente la madre vezzosa. Mi duole il capo, niente t'importa, lo so; che mi canto? Traducendo in versi esametri questo idillio, ho potuto ripro- durre rambiente esterno del lavoro greco, ambiente che coesiste nel numero de' versi, e nella loro divisione in strofe di due e di tre versi ciascuna.
Infatti l' idillio nel testo greco ha 54 esametri, cosi distinti. Negli altri tre v. Poi con altre quat- tro strofe, di tre versi ciascuna v. Ma un fausto augurio v. Traducendo invece in endecasillabi , tutti questi benefici! E non perdere d'occhio quel caprone Venuto dalla Libia e non castrato: Con quelle corna ti potria far male.
Ninfa, mi sprezzi forse? Tanto farai che alfln mi appendo a un laccio. Oh se potessi, Io vorrei diventar V ape ronzante, E strisciando tra l'edera e la feire. Cara Amarilli, deh non far che sfrondi Questa corona d'edera che serbo A te soltanto; guarda, io l'ho formato D'appio odoroso e bottoncln di fiori.
La vecchia anco mi disse. Poggiato a questo pino Io le voglio mandare una canzone. Oh come allora Atalanta lo vide, e, persi i lumi, Si senti presa da potente amore! Melampo, l'indovino; anche ei condusse Il gregge da Otri a Pilo e poi Biante Ne le braccia si strinse la vezzosa Madre della prudente Alfesibea. Che dorme il sonno eterno; anco Giasione Giudica, cara mia, degno d'invidia, Poi che egli ottenne, quanto non saprete Voi, profani, giammai. E se vuole convincersene con una pruova di fatto, esamini la mia traduzione pubblicata nel primo numero de' Go- Hardt, in esametri, e quella del Carmelitano, in endecasillabi, col testo greco.
CORB E al padre vecchio come, come gli debbo. COBE Dimmi questo tuo nome; sovente anco il nome piace. Ed ora basta, che se egli non va soggetto alle ostinazioni, deve averci dato ragione. L'autore del libro — io non ho avuto campo di accertare chi sia — dopo aver parlato di Girolamo Brittonio m. In fine deirartlcolo io riportai alcuni madrigali dei due posti, affermando che in parte i madrigali che io pobblicaTO erano editi, in parte loediii.
Ed io, in parte, sbagliavo. Quei madrigali erano tutU editi in alcune importanti raccolte. Basti citare il Trucchi. Colai — ma non che me mettesse a 'na gaiola. E chi ha cacciato Jo cantare a slsco? E poeta co bterze e rcvierze? Isso pure accacclaie chf Ila canzona: Su questa ultima canzone dei gulUtto , la quale in varie forme ebbe molta fortuna, do - vremo ritornare fra non moUo.
Fruste cca, MargariteUa, ca si troppo scannalosa, che per ogni poca cosa tu tmQje 'finanzi la gonnella. Simmo li poveri pellegrini, etc. Aprite, aprite porte, a povero falcone. Dopo cantati i sopradetti versi da colui 1 Sembra rhc qacsti Lucia fosse mollo in voga fra le canzoni popolai! Lo Sgrutlendio nera canzone ora ci- aia e ice: Ci pare giuoco antichissimo.
E le brache de lo mio bene se vanno ve,. Cola se 'ncricca e sona la viola, etc. Parzonarella tma, Parzonarella, etc. Reviettolo mio, Reviettolo, e lo pappantingolo, e lo bello, etc. Quanno penzo a lo tiempo passato, etc. Tu si de Troccfda, ed io de Pescarola, etc. Tanto me diste co sto naso E poi osiamo paragonarci ai toscani? Signor gentile, io son Personarella, io son guardiana, et amo il mio amor fino: E piano piano, quando donni il giorno, me ne voria venire a contemplare Vangeliche bellezze vostre rare. Vide Zoza, ca sta lesta Pe bederce, a la finestra. Se parpetole so pone ScarnateUe, ma so bone Ghillo naso sproffllato.
GheUa facce ianca, e rossa, De colure mpetenata, Nforchia n'arma into na fossa ; Ma de gusto conzolata: Tene ianche doie zizzeUe, Ghe ne incaca a Gallone: Si se move, o fa squaselle. Fanno mpietto a tordeglione: So doi Ronche le braccioUe, Da stronca le pene moie: BeUe coscio haue, e sottile, Gamme corte, tenne, e grosse; So li piede po' gentile, Si be' mestano assai l'osse; E le scarpe so attillate Dece punte, e sgavigllate.
Dove lasso lo ventrillo? Stente appriesso tte canzune. Uh che te scurisse, e pemovaUa. La seconda parte com- prende l'invocazione, il sospiro a Lucia; poi la strofa di nove versi che chiude il giro; strofa che ti fa subito sentire che ]a danza si agita in pieno fervore. Passando ad altro dico che ben poche poesie popolari sforzano con tanta efficacia i fantasmi a balzar vivi dalle parole disegnan- dosi nettamente fra le armonie imitatrici delle cose. In questa poesia io vedo le smorfie, le rote, l'impazzire, odo lo schiamazzo, il furore di tutta una moltitudine che nel ballo libera e sfoga dif- fusamente la gioia rumorosa dell' anima, la forza sovrabbondante dei muscoli robusti; eccitata dal suo stesso gridare, dall'orgasmo della comune allegria, dal rumore che invita al rumore; contenta di ritrovarsi in faccia ad un cielo splendido benigno plaudente alla vita e alla gioia.
Chi rne io rende gli do una scestina: Lascio 1 commenti al lettore, e termino riportando altre due strofe del medesimo codice. Benedette sia le pevere. Mi sembra che questi versi, certo scor- retti, siano ubriachi. Dante, seguendo il maestro suo Virgilio, attraverso il regno della morta gente, perviene al terzo cerchio, nel quale sono puniti i golosi. Dove si vede chiaramente avere Dante invertito per intero il modo con cui, seguendo il fatto, dovevano succedersi gli atti ac- cennati. Nella Visione di S. Nella leggenda di Tundalo vi ha una belva mostruosissima colle fauci aperte e in cui potrebbero entrare in un punto novemila uomini armati.
Anche nella leggenda del Pozzo di S. E lo stesso osserviamo pure nella Visione di Dritelmo. Ed or solo e languente nel tenue corpo ti serpeggia il gel e col sereno tuo occhio morente guardi la terra e il ciel, e par che dica: Invan tu batti Tale poTero augello e vai radendo il suol e restremo tuo spirito vitale raccogli in muto duol; invan maledicente airopre della vita e dell'amor, io passo i di pensando a le mie spente imagini del cor.
All we know is subject to this limitation, hence, to know is, above all, to know this limitation. Hence, knowledge involves the acknowledgment of not knowing. The contradiction is, however, only apparent, since learnedly notknowing requires a laborious knowing process on the limitations of what we know. In Nicholas of Cusa there are two kinds of ignorance: The infinitude we face is not transcendental, resulting, rather, from the inexhaustible diversity of human experience and the limits to know it.
In our time, learned ignorance will entail a laborious work of reflection and interpretation of those limits, of the possibilities they open and the exigencies they create for us. Moreover, the diversity of human experience includes the diversity of ways of knowing human experience. Our infinitude has thus a contradictory epistemological dimension: The finitude of each way of knowing is thus twofold: The knowledge that does not know is the knowledge that fails to know the other ways of knowing which share with it the infinite task of accounting for the experiences of the world.
It is not an adequate guide for us in this uncertainty, because it grounds a kind of knowledge modern science that does not know well enough the limits of what it allows one to know of the experience of the world, and even less well the other kinds of knowledge that share with it the epistemological diversity of the world. A second example from a different continent. It called for an international co-responsibility of a new type, a new relation among more and less developed countries, and it aimed at a new model of development: Ecuador is a poor country in spite of — or because of — being rich in oil.
Its economy depends heavily on oil exports: However, under the pressure of multinationals and the Chinese and major international partners, they are going to exploit oil there. The resulting human and environmental destruction in Amazonia will be immense. As a direct consequence of oil exploitation by Texaco and later Chevron, between and two entire Amazonian peoples disappeared: As already mentioned, we organised an ethical court and you could see that an intercultural translation was going on among the people that were there.
The indigenous people, because they live there, and of course their allies, and allies from other regions of the Amazonia because they have their own concept of nature. If you extract oil, you extract the blood of the earth, thus extracting your own blood. This is a concept of nature that is absolutely foreign to the Cartesian concept of nature. Together with the indigenous peoples there were the participants of the ecological movement, most of them young people.
Across different cultural lines you can see some complicities and the creation of a new form of hybridity: Nowadays, in the Constitution of Ecuador, the article 71 states that nature has rights. And there I was as a consultant to the How can we give rights to an object?! The problem is that the nature that is in the constitution is not that concept of nature, it is the concept of nature as the Pachamama, mother earth as the source of life, a living organism that sustains life.
The indigenous peoples do not have the concept of rights in the Western sense of the word. Can you imagine our culture giving rights to God? God cannot have rights. The same can be said of Pachamama. The rights of nature is a mix of the Western concept of rights with the Quechua concept of nature. This is a de-colonial form of hybridity.
In one of them I work with young rappers from Lisbon. That is to say, there is a third kind of knowledge, as Spinoza would say. This third kind is a mix of immediate knowledge, it is intuitive, it is the kind of inside knowledge through which the abyssal line can be seen very clearly together with the kinds of abyssal absences and exclusions it creates.
Moreover, the rappers with whom I work walk the abyssal line where abyssal exclusions are generated, register exclusions that are hidden in what are apparently zones of contact. I would like to discuss briefly some points that are still work in progress. The first one is, what is a struggle? It is very important for us to deepen our knowledge on this subject, because sometimes the struggles are very different from what we think they are.
For example, the struggle of the social movements and the daily struggles of the people that have to survive in hostile contexts in an exclusionary society.
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They are the silent struggles, as James Scott called them. They prefer passive resistance. Sometimes, things that do not seem to move are in fact moving, but we do not have the instruments to understand it. The second idea is the question of authorship — who is the author of knowledge?
It is very clear in individual or collaborative projects, but most of the knowledges that prevail in our societies have no authors. They are collective knowledges. But for the epistemologies of the South there are other classic authors. When you read Santos. Such authors are the wise people of Africa, Latin America e. These are the sages. In fact, philosophic sagacity is a term coined by the Kenyan philosopher, Odera Oruka. Philosophic sagacity attempts to articulate the thoughts, ideas and views of individual Africans reputed for exceptional wisdom, presenting them as authentic African philosophy.
Another aim was to give a decisive blow to the position of ethnophilosophy, by presenting individualised as against collective views of traditional Africans. This is a different form of knowledge that we do not know and, therefore, there is a tension between written knowledge and oral knowledge, so some African intellectuals have developed the concept of orature.
Unlike oral literature, orature does not need literature as its ground of legitimation. The final concept is the body. I think that the epistemologies of the South have focused on the body because the struggles are carried out by fighting bodies and the body suffers, rejoices, and dies. In the Western philosophical tradition, Merleau-Ponty is the only male philosopher to value the body as the necessary mediation of our representation of the world and of interaction with it.
In fact, if you consider Kant, he wrote his most important book on the philosophy of subjectivity, but the individual subject is an epistemic subject, not the empirical, bodily subject. The motto he borrowed from Francis Bacon for the second editions of his Critique of Pure Reason, de nobis ipsis silemus about ourselves we are silent , reflects his reticence on himself, a kind of bodyless body. In the West, only feminist epistemologies and theories have underlined the corporeality of knowledge.
Mourning as well as rejoicing and celebrating, crying as well as laughing. Western critical thinking has become boring, too serious. Emma Goldman once said, "If I can't dance I don't want to be in your revolution," and I think she was right. Thank God I can dance! Can you really write a dissertation based on the epistemologies of the South?
I have discussed this with my students and I do not have an answer. The epistemologies of the South call not just for new methodologies, non-extractive methodologies, but also for new ontologies. It is problematic whether the still dominant canons of scholarship will allow for the methodological innovation and transformation called for by the epistemologies of the South. Non-extractive methodologies are based on two core ideas. On the one hand, modern science and, most particularly, modern social sciences advance knowledge by transforming alternative knowledges vernacular, popular knowledges generated and owned by various social groups into raw materials for the production of scientific knowledge.
Alternative knowledge is converted into information and then processed and transformed into scientific knowledge. This is a form of cognitive extraction having some affinities with the material extraction of natural resources, which is currently the main form of capital accumulation in many parts of the world. On the other hand, the generation of non-extractive methodologies is a very complex and difficult process which, given the absolute hegemony of cognitive extraction, must comprise both an epistemological and a political dimension.
Let me mention two examples of methodological innovation in the aforementioned research project I am carrying out www. The first one addresses the question: These conversations place together men and women from different parts of the world and different experiences that share the struggle for human dignity and the belief that another world is possible and necessary. Why do we entertain the conversation? Because when we talk we de-monumentalise written knowledge. We hesitate, repeat ourselves, there are no footnotes. By being oralised, so to speak, written knowledge becomes de-monumentalised and allows for horizontal exchanges in which nonwritten parts of written knowledge emerge.
The PUSM concept of co-learning seeks to bridge two divides, the one between academic knowledge and popular knowledge, and the one among different popular knowledges generated by different social groups in their struggles against different modes or intensities of domination, mainly capitalism, colonialism, and patriarchy. It is based on some of the core ideas of the epistemologies of the South: Its starting point is the recognition of mutual ignorance and its endpoint is the shared production of knowledge.
Fame usurpate by Vittorio Imbriani
Learning results from debates between activists, leaders of Santos. The dialogues established between academic knowledge and popular knowledge aims to reduce the distance between them and make academic knowledge more relevant to concrete social struggles. The PUSM operates by holding workshops, preferably lasting two days, in which discussion periods alternate with time dedicated to study and reflection, and leisure activities.
The PUSM is a collective asset. Anyone may take the initiative to organise workshops, provided that they respect the two fundamental PUSM documents: The extent to which non-extractive methodologies will be accepted in the future as the only legitimate way of advancing mutually enriching knowledge is, of course, an open question.
This is the revised version of the transcription of an oral presentation. The traces of orality will be visible. Colonialism, Post-colonialism, and Inter-Identity. Toward a New Common Sense: Law, Science and Politics in the Paradigmatic Transition. Routledge; and Santos, Boaventura de Sousa.
Most recently in Epistemologies of the South, Cultural Universals and Particulars: Accessed June 14, This project aims to develop a new theoretical paradigm for contemporary Europe based on two key ideas: Learn more at http: Everyday Forms of Peasant Resistance. International Council of Philosophy and Humanities Studies Philosophy and an African Culture. On the Discursive Limits of "Sex. Toward a Corporeal Feminism.
The Rise of the Global Left. The World Social Forum and Beyond, See more at http: He earned an LL. He has been awarded several prizes, most recently the Science and Technology Prize of Mexico, , and the Kalven Jr. Prize of the Law and Society Association, The project was initiated in July and will be finished by the end of The European Enlightenment, casting its light over the world and rendering it transparent to its reason and will, has historically been imbricated in the planetary pretensions of European colonialism.
Both took the world as their object. While the product of a precise geo-cultural location in time and space, their intellectual, political and economical forces have persistently insisted on their universal valency. This, we might suggest, proposes a struggle between geography and epistemology, between a location and knowledge.
It is something that Antonio Gramsci and Edward Said, both powerful voices from the subaltern peripheries of the European world, deeply understood. It forms the backbone of their respective critiques of hegemony and orientalism, of the world made over in subordinate and exploited historical formations to be rendered a subjugated south on the intellectual and political maps of modernity. Both thoroughly understood that the very subjectivity of Europe, surveying the world flat as a map, rendered all else objects to be classified and categorised. Amongst the latter were other human beings, histories and cultures, subjected to a hierarchisation that excluded their participation.
Put extremely simply, we could say that the West was the site of epistemological hegemony and that undoing its premises takes us into a very different space.
This is to propose another geography, a diverse mapping of modernity, a different worlding of its premises and practices; it is to confront and contest the logic that accompanies the idea that modernity and its system of knowledge radiates outwards from a European centre towards the rest of the planet. The brutal physicality of this geographical understanding of human development underwrites a teleological understanding of time where history is reduced to a chronological linearity secured in the geographical expansion of the West over the rest of the globe.
We are here immediately cast into asymmetrical relations of power — economical, military, technical, cultural — where the presumed neutrality and scientificity of European knowledge established a hierarchy of values that subordinated the world to an Occidental measure. This is to register an ethical insistence disseminated in the refusal to let the past pass away and die. It is to breakup and redistribute the cultural energies locked in a historicist framing of time whose implacable linearity only confirms European subjectivity and superiority. So, what happens when the subordinated regions of the world, reduced to objects of European sovereignty, refuse this mode of mapping?
To register such a situation is to recognise the limits of our language. Rather than suggest that we should now seek to extend our understanding in order to appropriate what we previously excluded and negated — a further colonising move that continues to confirm our centrality — we need to recognise what exceeds and potentially confutes our inherited understandings and begin an apprenticeship in learning and listening.
Obviously such a south — as the subordinated, repressed and refused rest of the world — is a mobile category that operates along a shifting scale from the south of Italy, the south of Europe, the southern shore of the Mediterranean, to the further souths of the world: Such a critical initiative annuls or cancels the historical use of space that until now has maintained a so-called critical distance that guarantees universal perspectives now challenged by locatable principles and practices.
The holes in the net that Europe cast to capture the world now acquire all of their potential power and significance. After all, it is the holes that constitute the greater part of the net. Clearly, we are talking not simply of a mere reaction composed in resentment to Occidental power and hegemony. Rather this is a set of articulated responses that takes multiple forms and highlights the geopolitics of knowledge.
Dismantling the understandings of the south we have inherited means confronting the hypocrisy of an Occidental humanism that continually proclaims the universal values of humanity while continuing to massacre men, women and children on every street corner of the globe, to mix the voices of Frantz Fanon and James Baldwin. All of this implies uncoupling the automatic correlation between knowledge and the West.
It means, as today many in Latin America argue, de-colonising this logic and its associated structure of knowledge, of power. It means confronting divisions that have been considered to be embedded in historical, cultural and ontological truths, and confuting the distinction between modernity, its assumed progress and knowledge, and an external world that is presumed to be not yet modern and whose knowledge and practices are particular that is, indigenous , never universal; sometimes not even necessarily human that is, barbarous, underdeveloped, bestial.
The former has won the natural, rather than the civil, right to colonise the latter. So, international law is obviously the application of the Occidental legal system on a global scale: The cultural and historical translation that always reveals the asymmetrical relations of power and their particular establishment of borders , the transformation of geography into chronology, of the non-European world into underdevelopment, backwardness and the not yet modern, is a temporal and spatial operation that depends upon who draws and defines the map. Who has the power to authorise the knowledge of the world and translate it in his or her language of apprehension?
Other definitions and knowledge are subordinated, even excluded, when we try to impose continuity and transparency over discontinuity and the incommensurable. Yet, we also know that the translation is never complete or final. As Naoki Sakai has insisted, translation is never equivalent to communication: Translation forces apart the desire for closure and confirmation by registering the not yet translated and indecipherable.
Once freed from capture in a uniform logic, translation promotes a transnational space and a pluriform modernity. Not so much because it has been overtaken by more powerful and cohesive players China , but rather because its own repressed colonial archive has burst apart, spilling in all sorts of ways into the present.
A universality, whose historical and cultural energies have been drawn directly from colonialism and the racialising hierarchies it deployed in aggrandising and incorporating the rest of the planet, increasingly snarls up in its own contradictions. The idea that Europe has learnt from that history and can play a more benevolent role in an emergent global assemblage is wishful thinking. It remains blocked in the inability to reassess its colonial constitution and thereby continues to seek to hegemonise the present in precisely the same manner as other global hegemonic forces.
It is precisely, and most profoundly, here that Europe has become a wall, a fortress, against which counter-narratives and histories crash. Only by refusing that border, that wall, and exposing its foundations, can a radically diverse understanding of belonging to Europe emerge. Only in this manner does it become possible to bring into play what institutional Europe and its national partnerships has structurally sought to exclude: If, as Joseph Conrad pointed out, all of Europe went into the making of the colonial project Kurtz in Heart of Darkness and Apocalypse Now then we need now to engage in the undoing of that colonial formation and its fashioning of the present.
They are traversing the gap, fostering the friction, returning the unresolved past to the present. The struggle is no longer taking place elsewhere in the colonial spaces of yesterday, but within the Chambers. We are here in the vicinity of Michel Foucault when, in The Archaeology of Knowledge, he referred to the incapacity of historians to accept a general theory of discontinuity.
For the latter implies dismantling the European cage or template in which we are held prisoner. The so-called others are not waiting to be emancipated by us, quite simply they want to free themselves of that very logic. In carrying the abyssal division between the West and the rest over into the heartlands of the Occidental metropolis the return of colonial rule is consistently re-iterated in draconian immigration laws and anti-terrorism legislation: This is accompanied by the undoing of a previous welfare state overseen by the implacable laws of the market: The location of knowledge shifts, slides and suffers, cracking forever the Occidental mirror of self-confirmation.
Iain Chambers has consistently developed interdisciplinary and intercultural work on music, popular and metropolitan cultures. More recently he has transmuted this line of research into a series of postcolonial analyses of the formation of the modern Mediterranean. He is author of Urban Rhythms: The metropolitan experience , Border dialogues. Journeys in postmodernity , Migrancy, culture, identity , Hendrix, hip hop e l'interruzione del pensiero with Paul Gilroy , Culture after humanism ; and most recently, Mediterranean Crossings.
Musiche, malinconia postcoloniale, pensieri marittimi He is also editor with Lidia Curti of The Post-colonial question. Common skies, divided horizons and the volume Esercizi di Potere. Gramsci, Said e il postcoloniale Several of these titles have been translated into various languages, including Italian, Spanish, German, Japanese and Turkish.
How does this body intervene in Italian postcolonial critical theory? How does it interact with the critical discourses on national identity, the nation-state, cultural hegemony? My research attempts to look at these sites of critical articulation from the perspectives of Mediterranean Studies and border studies, interrogating postcolonial theory in light of the specific geocritical dislocations of Southern Europe.
Come interviene questo corpo nella teoria critica postcoloniale, e in particolare in quella italiana? In che modo il confine portato addosso dal corpo migrante sta riscrivendo la teoria critica? Le domande poste dai ricercatori del progetto MeLa risuonano qui come fondamentali: Gli archivi e le narrazioni che gli archivi producono vanno letti e forse riscritti non tanto, o non solo, alla luce delle storie che ne restano escluse, ma soprattutto registrando i meccanismi di potere sottesi a qualsiasi forma di catalogazione.
In altre parole, il corpo migrante si fa corpo critico e non oggetto della critica. Il corpo migrante arriva e, prima di tutto, incontra un altro corpo: Il corpo europeo media tra il corpo migrante e la terra ferma: Certamente anche dalla violenza epistemica di cui scrive Spivak Pietrifica la pelle, quel limite tra dentro e fuori, quella soglia su cui si inscrive il contatto con lo sconosciuto.
Non donne e uomini, ma, appunto, solo ed esclusivamente corpi. Dunque, il corpo migrante dialoga e riscrive anche il corpo europeo. Non politica, ma corpi, solo corpi. Oppure, la gestione dei corpi morti sul e nel confine: Oboe e Scacchi Riferimenti Bell, David, and Barbara M. New York and London: Corpi migranti tra le sponde delle lingue. Musiche, malinconia postcoloniale, pensieri marittimi. Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera. Note a margine di Io sto con la sposa. Ultimo accesso 6 giugno Featherstone, Mike, and Rojer Burrows, eds.
Cultures of technological embodiment. Simians, Cyborgs, and Women: The Reinvention of Nature. Critiche femministe e teorie letterarie. Oboe, Annalisa, and Anna Scacchi, eds. Recharting the Black Atlantic: Alcuni recenti studi in materia di migrazioni, confini e soggettivazione. Laboratorio di storia 3. Ultimo accesso 14 giugno She has published on postcolonial literature, with a specific focus on Anglophone Arab women writers. Her latest volume is Scrivere la distanza. Uno studio sulle geografie della separazione nella scrittura femminile araba anglofona Liguori Her current research focuses on nationhood and gendered postcolonial narratives, on poetry by women of the Palestinian diaspora, on polyglossia as feminist strategy of identity discursive formation.
A postcolonial-oriented way of critically understanding educational contexts could be seen, on the one hand, as a way to grasp and analyze the multiplicity of discourses also colonial discourses and aspects gender, social class, race, age, etc. On the other hand, a postcolonial critical perspective could grasp the contrapuntal multiplicity Said of colonial and postcolonial relationships that today still connect pupils, teachers and researchers within Italian schools, and that could perhaps be considered as a sort of common field of tensions, encounters and dialogue among different individuals and groups.
Le scuole italiane alla prova di una prospettiva postcoloniale Vorrei articolare questo contributo in due parti strettamente collegate fra loro. La prima vorrebbe suggerire come i contesti educativi italiani e la scuola in primis possano essere messi alla prova di un prospettiva critica postcoloniale.
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Queste due parti mi sembrano strettamente collegate fra loro. La prima parte dunque: Con un atteggiamento solo di critica? Un nesso che, fra gli altri, aveva non a caso sottolineato un autore pur per altri aspetti non sempre vicino a una prospettiva postcoloniale come Paulo Freire. Ma che ritorna, per esempio, anche in figure pur per altri aspetti lontane come quelle di bell hooks e di Spivak stessa Riferimenti Asioli, Valentina, e Gianluca Gabrielli, a cura di. Appunti sul passato coloniale. Numero monografico di Educazione Interculturale 11 3. Guide for the development and implementation of curricula for plurilingual and intercultural education.
The Location of Culture. London and New York: I luoghi della cultura. Contadini, pastori e intellettuali nel Mezzogiorno. Brunetti, Bruno, e Roberto Derobertis, a cura di. A partire da Edward Said. Conflitti postcoloniali e pratiche interculturali. Il caso della diaspora tamil. The Predicament of Culture. Twentieth-Century Ethnography, Literature, and Art. I frutti puri impazziscono. Etnografia, letteratura e arte nel secolo XX. I giovani immigrati cambieranno il nostro paese?
Fiorucci, Massimiliano, a cura di. Una scuola per tutti.
Idee e proposte per una didattica interculturale delle discipline. Fiorucci, Massiliano, e Catarci Marco. Il mondo a scuola. Social Exclusion and Nation Formation since Freire, Paulo, and Donaldo Macedo. Culture, Language, and Race. Estrategias para entrar y salir de la modernidad. Grijalbo — Consejo Nacional para la Cultura y las Artes. Guerini e Associati, Lombardi-Diop, Cristina, and Caterina Romeo, eds. Oboe, Annalisa, a cura di. Letteratura e consenso nel progetto coloniale dell'Occidente. Educazione interculturale e letteratura.
An Aesthetic Education in the Era of Globalization. A Challenge for Feminist Geography. Science and the Modern World. La scienza e il mondo moderno. Pedagogia e studi culturali. Dalla critica postcoloniale ai flussi culturali transnazionali. His primary areas of research are educational theory, educational research in diverse learning environments, education and migrations and intercultural education, which also encompass a focus on postcolonial and transnational perspectives.
He is on the editorial board of the journal aut aut. Macinai, ETS ; Straniero in classe. Etica delle cornici e relazione educativa Imprimitur ; Il gioco duro dell'integrazione. L'intercultura sui campi da gioco Raffaello Cortina ; Pedagogia e studi culturali. La formazione tra critica postcoloniale e flussi culturali transnazionali ETS ; Dall'intercultura ai contesti eterogenei. Presupposti teorici e ambiti di ricerca pedagogica Franco Angeli Similarly to most European countries, postcolonial studies applied to the Italian context repositions colonial history and its legacy at the center of the debate on contemporaneity and connects them to transnational immigrations.
The historical examination of the Italian past, however, unlike that of other European countries, necessarily includes mass emigration and, in more than one sense, emigrants as colonized subjects and the Southern Question as "internal colonialism". The essay builds an historical and theoretical framework in order to interrogate what constitutes the postcolonial condition of contemporary Italy.
Per gentile concessione di N. Le traiettorie teorico-critiche che si sviluppano da questi studi sono molteplici e proficue. Le emigrazioni internazionali furono condotte con il supporto di accordi bilaterali principalmente verso il Nord. Questi migranti di ritorno sono cittadini a tutti gli effetti da un punto di vista legale; tuttavia, gli italiani autoctoni spesso non riescono a percepire la differenza fra loro e gli immigrati privi di cittadinanza o illegali. Tale rischio si materializza attraverso strategie apparentemente innocue o senza alcun nesso visibile tra di loro.
Riferimenti Bianchi, Rino, e Igiaba Scego. Boehmer, Elleke, e Sarah De Mul, eds. The Postcolonial Low Countries: The Making of Italy Abroad. Riflessioni sulla storia politica della cittadinanza in Italia. Ultimo accesso 22 ottobre Memory of the Congo. Lombardi-Diop, Cristina, e Caterina Romeo, a cura di. Vijfenzestig jaar vergeten, herdenken, verdringen. Sixty-five Years of Forgetting, Commemorating, Silencing.
Amsterdam University Press, ]. Ponzanesi, Sandra, and Bolette Blaagaard, eds. Transcultural and Multidisciplinary Perspectives. Special Issue of Social Identities: Journal for the Study of Race, Nation and Culture 17 1. Formen und Folgen eines Kolonialismus ohne Kolonien. Memories of Empire in a Decolonized Nation. Orientalism in One Country. Oxford and New York: University of Minnesota Press. State University of New York Press.
Cristina is the recipient of numerous scholarly prizes among which the Nonino Prize and the Prize of the American Association for Italian Studies. In she was nominated as finalist for the Premio di Divulgazione Scientifica awarded by the Italian Book Association. Her essays on white femininity and colonialism, Mediterranean migrations, and African Italian diasporic literature, have appeared in a variety of edited volumes and journals.
Among her most recent publications are the edited volume Postcolonial Italy: She is the author of Narrative tra due sponde: She has co-edited a double monographic issue of Dialectical Anthropology on contemporary migrations in Europe and a monographic issue of tutteStorie on Italian American women. Her essays on Italian American literature and culture, Italian postcolonial literature, postcolonial feminism, and constructions and representations of blackness in contemporary Italy have been published in international journals and edited volumes.
She is currently completing a book-length manuscript on postcolonial literature in contemporary Italy. The lukewarm debate raised by the proposals has mainly revolved around whether the banning of a word is an effective weapon in the fight against racism. Because of the European reluctance to use the notion of race as an interpretive paradigm and the limited familiarity with Critical Race Theory, it has not dealt with issues that are instead central to the discourse on race in Great Britain and the US, that is to say race as foundational in the making of Western modernity and deeply implicated in the structuring of the liberal order.
Race, to use David T. Some have argued that seeing through the illusion of race is a good thing, that it serves as a prelude to the disappearing of racism. If we can just stop talking about race and stop seeing it everywhere then maybe racism will disappear. That is why so many anti-racist arguments start by insisting that races do not exist in nature, and therefore racism is completely irrational. How can anyone be a racist when there are no races? The assumption seems to be that if one just convinces people that race is an irrelevant, incoherent concept, then racism will go away.
We have had over thirty years of the post-racial era to test out this hypothesis, and it has been proven wrong. It is time to see through race in a different way and to see the concept of race through to a new formulation, beyond the cul-de-sac of the post-racial era. My proposal is that we see race as a medium, an intervening substance, to take the most literal definition. Race, in other words, is something we see through, like a frame, a window, a screen, or a lens, rather than something we look at.
It is a repertoire of cognitive and conceptual filters through which forms of human otherness are mediated. It is also a costume, a mask, or a masquerade that can be put on, played upon, and disavowed. Mitchell, Seeing Through Race In Italia la proposta di modifica della carta costituzionale non ha provocato accese discussioni. Tra queste Federico Faloppa, linguista e autore di importanti studi sul linguaggio razzista, quali Parole contro e Razzisti a parole per tacer dei fatti , che in un intervento pubblicato su Cartadiroma.
La razza a livello biologico non esiste, ma esiste come dispositivo di dominio, al pari di altre costruzioni sociali quali genere ed etnia, e come tale sembra difficile prescindere dal nominarla. Petrovich Njegosh e Scacchi These terms are almost absent from the Italian lexicon of social, historical, cultural and political studies. Indeed, they are strongly resisted by the many different voices of the whole Italian anti-racist movement. Again, this under-theorization, even in the most radical anti-racist debate, is extremely indicative of the complexity that the question of race still carries with it in the Italian scenario.
In fact, throughout Italian intellectual history it is very difficult to find any significant theoretical debate on racism: It seems as if racism, even within Marxist or left-wing positions, goes always considered as nothing more than a transitory or contingent effect of other social phenomena. In sum, racism has no significant place in Italian self-reflection about its own history. Alle ragioni cui ho accennato fin qui vorrei aggiungere infine un motivo legato alla pratica pedagogica per cui ritengo non solo utile, ma fondamentale, parlare di razza.